top of page

Il contesto attuale

Lo stato di conservazione dei mosaici pavimentali in situ è spesso strettamente collegato -oltre che a tutte le caratteristiche del manufatto e della sua storia, del luogo e dell'intervento conservativo o di restauro già effettuati- anche ai sistemi di copertura dell'area archeologica dove essi sono situati. In passato nella maggior parte dei casi si preferiva strappare e spostare il mosaico in un museo, ma è ormai da tempo consolidato l'orientamento opposto: di conservarlo, ove non impossibile, nel luogo di ritrovamento.


La conservazione del mosaico in situ è però ancora argomento di dibattiti e terreno di soluzioni non definitive né esaustive e spesso, purtroppo, la sua conservazione è “risolta” in modi improvvisati. Inoltre, conservazione e protezione non sono, in questi casi, prestazioni garantite né a scavo aperto né nelle fasi intermedie, quando la pulitura non è ancora conclusa e/o le fasi di restauro sono in atto.



Nel caso della protezione realizzata con telo, infatti, l’utilizzo di geotessuto e sabbia, crea una condizione climatica non stabile: la periodica sostituzione dei materiali sottopone le tessere ad una forte escursione termica e sollecitazioni meccaniche; questa pratica, inoltre, non garantisce la completa protezione e salvaguardia dell’apparato musivo ed è frequente la presenza di detriti o animali che si insinuano tra gli strati di tessuto, riuscendo a raggiungere comunque la superficie del pavimento.



bottom of page